di Anna Baldinelli
Il carrello dei medicinali è pieno di caramelle colorate e di bottiglie di vino DOC.
E' ora di svegliarsi perché arriva un sogno lontano per ricordarti la vita. 1-2-3-4-5-6-7-8 caramelle variopinte entrano prepotenti nel mio stomaco e due litri di vino DOC lo aiutano a lavorare.
Che cosa sono tutte queste caramelle e a cosa servono? - L'uomo risponde educatamente: - prendi le caramelle: se ci credi ti faranno bene. - Mi piace la sua risposta e dico: - Speriamo! Sono poco convinta! - No, forse è come dice il buon uomo, in fondo è filosofia anche questa; è un genere di filosofia che non si può accettare e si chiama filosofia del pensante.
Molti non conoscono questa nuova filosofia perché i loro pensieri si sono fermati all'essenziale; è un po' come dire: io lavoro, uno stipendio ce l'ho, aspetto il 27 di ogni mese, una famiglia me la sono costruita, la macchina ce l'ho e anche la TV a colori con il telecomando. Cosa mi manca ancora?
Lui sta bene così, ma io non lo invidio affatto: in me non esiste invidia; non può esistere questo sentimento nel mio male nudo.
Mi sono persa nei meandri alla ricerca dell'altra parte di me.
Dove sei con la mente piccola?
Sono lontano in una stanza piena di grano a far tuffi e riempirmi di bollicine. Ti ricordi piccola quanti tuffi nella stanza dove il grano veniva accatastato per maturare?
E come se mi ricordo, era il mio luogo preferito! Come vorrei tornare indietro con il tempo! Ho nostalgia della mia infanzia, della casa sotto la quercia, del vecchio cane stanco, delle lunghe distese di verde, delle viti dove l'uva maturava a chicchi per farti venire il mal di pancia.
Poi hanno deciso che tutto era vecchio e superato e si doveva andare avanti, non puoi rimanere lì quando la civiltà avanza per spingerti oltre, e dov'è ora la quercia, il prato dove raccoglievi le prime margherite umide di rugiada.
Ora c'è solo cemento fumo e polvere. Come vorrei rivedere le bambole di grano con cui giocavo là in campagna, le distese interminabili di girasoli dove lo sguardo si perdeva, rivedere il caminetto dove la sera stanca del mio girovagare sedevo insieme alla nonna a mangiare le castagne, mentre il micio si trascinava via l'amato gomitolo di lana. Nonostante il mio male nudo i ricordi prendono forma e le immagini mi appaiono nitide e vicine ma non ho la forza di afferrarle. E mentre il mio male nudo mi soffoca, prego in silenzio e dico: ritornerai piccola Anna!
|