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All’alba
di  Anna Baldinelli

Io sottoscritto Werter Raldi matricola 68 An0322 cont. 88/1
CHIEDO
A codesto comando di poter usufruire di gg. 2 di licenza breve per motivi ... MOTIVI....
La mia mano si fermò dubbiosa: ero incerto se scrivere nello spazio riservato ai fatti miei la verità e cioè: scoglionamento accompagnato da serie e frequenti manie omicide, depressione esogena endogena eccetera o, per farla breve, che volevo andare a casa perchè mi ero scassato tanto le palluccette. Non ne potevo più di aspettare l'alba per battere la stecca e scrivere ogni santo giorno nel calendario, nello stupido calendario, che avevo appeso sopra la branda del camerone dove dormivo (si fa per dire) insieme agli altri malcapitati senza armi, che un giorno ancora era passato: un giorno di vita persa.
Sospirando mi accesi una sigaretta e incominciai a riflettere con la testa fra le nuvole. Perché è stupido solo pensare di provarci a riflettere, perché un anziano già ha perso questa abitudine. Decisi così di scrivere la prima cosa che mi saltò per la testa, in fondo la più veritiera...
Licenza breve per motivi di famiglia, suonava bene "famiglia" ed era l'unica ancora di salvezza per non perdere la bussola. Ora, avrei dovuto affrontare il mio diretto Superiore, buon uomo, umano elemento di una specie in via di estinzione e dissi tra me: sia fatta la volontà di Nostro Signore! Inghiottii a fatica l'ultima lacrima di "naja", il periodo più assurdo nella vita di un piccolo uomo. "Vieni in marina e girerai il mondo!" Io allora ci avevo creduto, forse a causa della pubblicità che ero costretto a leggere mio malgrado tutte le mattine nel filobus nel tragitto casa-scuola e viceversa e già la mia mente fantasticava: finalmente avrei conosciuto orizzonti nuovi e fantastici, paesaggi esotici e belle pupe; basta con i soliti amici noiosi! E la mamma con le sue raccomandazioni quotidiane, con il vecchio ritornello sul conto delle frequenti fughe in moto: Werter, stai attento! Sii prudente tesoro, con quel gigante sotto il culo! Io tremo quando ti vedo salire su quella! - E indicava la mia moto così lucida che io amavo tanto. E di seguito sempre uguale diceva: - Ma non è con te che me la prendo; la colpa è di tuo padre, solo sua.-
Dolce la mamma e quando c'era qualcosa che non andava se la prendeva puntualmente con papà. Poi concludeva: - Alla ore 8.00 in trattoria "Raldi" si cena; puntuale se no tuo padre si perde il suo sospirato telegiornale. E non correre, Werter! - Impossibile non correre con un'orchestra sotto il culo, sentendo l'urlo del motore a tutta birra che sembra un diavoletto ed il vento che ti scompiglia i capelli. Di "non correre" come diceva mami non mi riusciva, andavo a razzo perché il diavoletto mi sussurrava: "bravo, sei un campione" .
Ritornai al presente e presi con amore il foglietto dei permessi e lo posi ben compilato "in evidenza" del capo.
Io dico: quando si nasce sotto una cattiva stella bisogna rassegnarsi e considerarsi proprio "sfortunato" : inutile sperare in quella sospirata firma ondeggiante come l'immagine di un elettrocardiogramma dal video e dire che me lo sentivo. Di li a poco, dal megafono singhiozzante del mio frà dichiarò: oggi il personale di leva rimane in caserma per le pulizie.
Per poco non svenni e pensare che alle ore 17.00 avevo un appuntamento direi quasi vitale per quelli come noi: dovevo vedere la bella di turno che bella non era proprio, ma riusciva a togliermi di dosso la divisa puzzolente dei giorni di angoscia, di noia, di desolazione più nera quando sei indeciso se rimanere in questa palla infuocata o toglierti la vita.
Pazienza dissi al mio tavolo dove svolgo il mio lavoro, mi rifarò domani alle 08.00 mentre la mia penna disegna un'onda blu e nera sul tavolo che presto non vedrò più.
Per fortuna che madre natura mi ha dotato di quella mia "fede", quel mio sperare fino all'ultimo e di quei momenti solo miei, dove mi immergo dimenticando il resto del mondo e penso gioioso che si farà la sospirata cena con quei "biciclettoni" di nonni che hanno diviso con me questo fottuto tempo di guerra in tempo di pace.
Suona la musica saporita della "pappa l'è pronta", il solito piatto fatto con mani sapienti e frettolose ma, ahimè "troppo grasso". Povero fegato affaticato da tanta amarezza, delusione e notti passate a tenere gli occhi aperti con lo stuzzicadenti con davanti il giornale più porno del momento per non addormentarsi durante "la guardia". Non posso fare a meno, mentre butto giù qualcosa, di pensare alla pappa buona che solo la mamma sa fare, ai sorrisi di mio padrea mia sorella ansiosa, che non sa stare a tavola perché si agita fissando il telefono, innamorata così scioccamente. Oh mio paradiso perduto!!!!!
Mentre i ricordi scivolano incontro gli occhi bassi di mio frà: - sei troppo euforico oggi - dico - sei rientrato ora vero? Se continui così te ne faranno fare 18 di mesi qui dentro, sei strombato, vieni - lo prendo per la mano, è troppo sballato per trovare la strada del camerone. Impreco - stronzo non hai capito niente tu, io quando vado in licenza scopo, mica faccio come gli imbecilli come te, ma non capisci che si sta male due volte!!
L'ammazzerei, è un peso morto che mi carico a spalla e raggiungo lo stanzone che sa di sogni proibiti, lo metto a letto come fosse un bambino e con la penna metto una crocetta sul calendario per segnare un'altra giornata inutile.

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Letture: 10100     27-08-2001
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