Le Patologie 




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MORBILLO  
Il morbillo e' provocato da un Paramixovirus che si diffonde soprattutto attraverso le goccioline provenienti da naso, gola e bocca di un soggetto nello stato precoce o eruttivo della malattia, oppure mediante nuclei di goccioline disperse nell'aria. Il periodo di contagio della malattia va da 2 a 4 giorni prima della comparsa dell'eruzione fino a tutta la fase acuta. Il virus scompare dal naso e dalle secrezioni faringee nel momento in cui l'eruzione cutanea svanisce. Un singolo attacco di morbillo conferisce immunita' per tutta la vita. Il morbillo inizia, dopo un periodo di incubazione di 7-14 giorni, con febbre, rinite, tosse secca e congiuntivite. Le "macchie di Koplik" compaiono 2-4 giorni piu' tardi, spesso sulla mucosa buccale e assomigliano a granelli minuti di sabbia bianca circondati da una aureola infiammata. L'esantema tipico appare da 3 a 5 giorni dopo l'inizio dei sintomi, spesso 1 o 2 giorni dopo la comparsa delle macchie di Koplik. Esso inizia al davanti e al di sotto delle orecchie e si diffonde in 24-48 ore al tronco e agli arti, nel momento in cui incomincia a scomparire dal volto. All'acme della malattia la temperatura puo' superare i 40 °C. Entro 3-5 giorni la febbre scende, il paziente migliora e l'esantema inizia rapidamente a svanire, lasciando una decolorazione sul rame-marrone seguita da desquamazione. Per la profilassi sono ora disponibili numerosi vaccini con virus vivi attenuati, capaci di fornire la stessa immunita' permanente del morbillo naturale. I vaccini provocano un'infezione leggera, non contagiosa. I soggetti sensibili esposti possono avere protezione se si somministra il vaccino vivo entro 2 giorni dall'esposizione, altrimenti (per esempio nelle donne incinte, nei bambini al di sotto dei tre anni o nei pazienti con malattie acute febbrili) si possono somministrare immediatamente immunoglobuline antimorbillo o immunoglobuline sieriche seguite da un vaccino vivo 8 settimane piu' tardi. La terapia e' esclusivamente sintomatica. I pazienti devono essere protetti dall'esposizione ad infezioni. Le complicanze batteriche secondarie richiedono farmaci antimicrobici adeguati
     
MORBO CELIACO  
La malattia celiaca e' un disturbo ereditario congenito di malassorbimento intestinale cronico provocato dalla intolleranza al glutine, una proteina presente nei cereali (grano, orzo, avena, segale). Si suppone che il glutine abbia una azione tossica in soggetti che mancano di un enzima digestivo, o che scateni una risposta immunitaria . La malattia celiaca puo' essere sintomatica o asintomatica. Nell'infanzia i sintomi non compaiono sino a quando il bambino non mangia dei cibi che contengono il glutine. Il bambino non cresce, comincia ad avere delle feci pallide, maleodoranti, impastate e a soffrire di un doloroso meteorismo addominale. La malattia celiaca va sospettata fortemente in un bambino pallido, con i glutei afflosciati e con un ventre prominente, che segue una dieta normale. Negli adulti la malattia celiaca viene solitamente diagnosticata quando insieme al malassorbimento si trova una biopsia dell'intestino tenue che mostra un appiattimento dei villi intestinali e inoltre misurando gli anticorpi diretti contro la gliadina (costituente del glutine con attivita' antigenica). Nel trattamento della malattia va eliminato il glutine dalla dieta, poiche' anche l'ingestione di piccole quantita' puo' ostacolare una remissione o indurre una recidiva esponendo inoltre al rischio di tumori intestinali. Il glutine viene ampiamente usato nelle minestre commerciali, nelle salse, nei gelati, negli "Hot dogs" e in molti altri cibi, per cui i pazienti necessitano di un elenco dettagliato di cibi da evitare. La dieta va seguita per tutta la vita
     
MORBO DI ALZHEIMER  
DESCRIZIONE E SINTOMI
E' una malattia ad andamento cronico, ingravescente, caratterizzata da una degenerazione progressiva delle facoltà intellettuali, la cui insorgenza può avvenire fra i 40 e i 60 anni. Il numero delle persone affette da questa malattia cresce con l'età, fino ad arrivare (secondo alcuni studi) ad oltre il 18% fra i 75-84 anni ed il 45% oltre gli 85 anni. La perdita della memoria a breve (recente) sempre più estesa è uno dei sintomi più precoci ed evidenti, seguono alterazione delle facoltà di relazione (disturbi del linguaggio e della capacità di muoversi), fino ad arrivare all'apatia ed al mancato controllo delle funzioni vitali (alterazione del ciclo sonno-veglia, dell'appetito con perenne ricerca di cibo ed incontinenza urinaria e fecale). Questi fenomeni si realizzano in un periodo che va dai pochi mesi (nelle forme più gravi) ai 4-5 anni. Il carico economico, psicologico e sanitario che questo tipo di malattia provoca alla famiglia, al Sistema Sanitario ed alla società in generale è enorme, costituendo un vero e proprio problema di sanità pubblica.
CONSIGLI TERAPEUTICI
I rimedi farmacologici sono di scarso aiuto nel rallentamento della malattia. Nelle fasi precoci della malattia (oltre al supporto Medico) è utile coinvolgere lo stesso malato a svolgere poche funzioni in maniera positiva, evitando di favorire l'insorgenza di crisi depressive, che aggraverebbero il quadro generale. Nelle fasi avanzate della malattia (oltre al supporto Medico), è utile anche il supporto infermieristico domiciliare e quello psicologico per la famiglia
     
MORBO DI PARKINSON  
DESCRIZIONE E SINTOMI
Malattia cronica (ed ingravescente), di origine ignota, del tessuto cerebrale caratterizzato (in fase iniziale) da lieve tremore, astenia e rigidità muscolare con andatura "rigida" e con tendenza alla caduta in avanti o all'indietro, ma il disturbo più importante è la "lentezza" (acinesia). La malattia (in genere) si presenta lentamente, con lieve tremore di una mano o di un piede, per diventare poi generalizzato. I casi sono circa 2/1.000 nella popolazione generale, mentre negli anziani ( 65 anni) sono l'1%. Nelle fasi iniziali può essere confusa col Tremore Essenziale, che è una malattia diversa, ad andamento benigno. Caratteristica è l'inespressività del viso, l'articolazione del linguaggio diventa faticosa e lenta, nelle fasi avanzate si va incontro alla demenza. CONSIGLI TERAPEUTICI La terapia consiste nell'assunzione di farmaci che "combattono" la rigidità muscolare e l'apatia (anticolinergici, amantidina, levodopa, antagonisti della dopamina. Date le caratteristiche della malattia, e le pesanti conseguenze familiari che essa comporta, è consigliabile coinvolgere la famiglia nella gestione della terapia farmacologica e nel controllo della sua evoluzione
     
MUGHETTO  
DESCRIZIONE E SINTOMI
E' una infezione, causata da funghi, che colpisce prevalentemente lingua e mucosa orale e di solito insorge nel neonato durante le prime settimane di vita e nei bambini reduci da altre malattie. Se insorge nelle prime settimane di vita è chiaramente stata trasmessa dalla madre. In tale caso la madre dovrà essere sottoposta a terapia appropriata. Si presenta sotto forma di macchioline biancastre che, dapprima circoscritte alla lingua, possono successivamente estendersi al palato, alla superficie interna delle guance, alle gengive e alle labbra. L'asportazione delle macchioline mette in evidenza una mucosa intensamente arrossata. Negli adulti il mughetto si manifesta come complicanza nel corso di terapie cortisoniche, di malattie debilitanti o di malattie metaboliche (diabete).
CONSIGLI TERAPEUTICI
Passare delicatamente sui punti colpiti con un tampone d'ovatta imbevuto di una soluzione di acido borico. E' inoltre opportuno applicare un antimicotico sulle zone infette.
NOTE
Consultare il medico se il mughetto si estende a tutta la mucosa orale
     
MUSCOLI BLOCCATI - RIGIDITA' MUSCOLARE  
DESCRIZIONE E SINTOMI
La rigidità muscolare consiste in una parziale incapacità di un muscolo, o di un gruppo di muscoli, a contrarsi normalmente. Non è ben chiaro il meccanismo per cui si instaura una parziale rigidità muscolare. Si suppone che sia la conseguenza di traumi microscopici e ripetuti del muscolo che con il tempo generano uno stato di infiammazione permanente. La rigidità muscolare interessa soprattutto le persone anziane e compare di solito dopo uno sforzo fisico eccessivo. Concause importanti sono sia un deficit di sali minerali che un'eccessiva sudorazione. Si manifesta con un forte dolore e con la impossibilità a muoversi normalmente. Sono quasi sempre i muscoli degli arti inferiori ad esserne interessati. Di norma si risolve con il riposo, ma può anche persistere per un certo periodo.
CONSIGLI TERAPEUTICI
La terapia consiste principalmente nel riposo. Il calore può avere effetti molto positivi. Si possono utilizzare farmaci antinfiammatori, miorilassanti ( capaci di rilassare i muscoli) e pomate lenitive.
NOTE
Consultare il medico se gli episodi tendono a ripetersi con una certa frequenza
     
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