di Davide Riccio
O luce di Wood
Placido sopore e spicchi di lunula,
Unghie che mappano gli ignudi corpi,
Tastano care dita, e i manicordi
Sotto le lenzuola han dolci armoniche.
Perlustro il marame della mia stanza
E trovo pace che bruna s'increspa,
Filiforme, Mediterraneo antico
Per le illiriche liburne sottili.
Lembo di terra estremo su cui batto
Le pensate onde alessandrine, faro,
Tu mi affascini un cuore che rinvergina.
Spengo l'ultima cicca: a sei colonne
E timpano completo un crepidoma.
Ho un tempio classico nel portacenere.
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