di Giuseppe Galeazzi
Si leva la tua mano sul mio viso,
mi sfiora una carezza lievemente;
tu segui il mio sorriso con le dita,
le posi sulle labbra dolcemente.
Penetri la pupilla illanguidita,
dal velo che precede la passione:
l'inumidita luce dei tuoi occhi
diffonde in cuore una dolce emozione.
Chi ha dato vita a un tenero concerto?
Forse una nota nata da un violino.
C'è profumo per l'aria, come incenso:
forse si è schiuso un fiore in un giardino.
Forse una fata ha dato un tocco magico
e ha dipinto d'azzurro l'universo.
Bianco un gabbiano ha lacerato l'aria
e nell'immenso il suo candor s'è sperso.
Le labbra tue posansi leggere
inebriandosi teneramente;
il mare dell'oblio m'inonda l'anima
e tutto si confonde nelle mente.
Sole che sorgi all'alba del mattino
ad ogni giorno nuova vita dai,
ravviva sempre il verde del giardino,
non appassir la tenerezza mai.
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