Parole, esse sono vane
se sono lasciate solo a
se stesse? Bè, l'autore
nello stesso istante in cui
le costruisce e le plasma
attraverso il proprio ardore,
crede di dare vita.
Non riesco a credere che
il mio spirito rimanga solo
a me stessa, scrivo per
esorcizzare e la magia di ciò
non è un circolo chiuso
tra me e me, sento il
bisogno di condividerle
per non impoverirmi su
una carta inanimata,
voglio accendere anche
nelle altre persone
il cuore o il cervello, o chissà
anche la pancia, l'occhio
(della mente?), spingere
gli invisibili bottoni che
ci animano, così come gli
altri fanno con noi.
In quest’istante mi sento
anche un po’ vaneggiare,
come se l'illimitatezza
del mio pensiero fa sì che
perda forza e potenza e
si annulli prima che arrivi
su qualcuno, ho paura che
vada perso e vada invece ad
intasare il traffico di
comunicazioni, che li disturbi;
come il suono, che si propaga
puro e fiero nel silenzio,
forse ho bisogno di silenzio
per capire bene qual è il
mio suono, o tutto lo è?
L'animo umano è così
complesso, tanto quanto
è instabile, lo è per natura
o no? Amo la musica e le
canzoni che hanno questo
potere di rendere animate
e vive le parole!