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La Vis
di  Cami

Ok mi sono alzato alla grande, di sicuro sono spavaldo e con un etto di coraggio in più per chiedere di brutto un bis al buon giorno, che ieri insolitamente ha brillato.
Così entro nel tunnel delle solite cose, ma, poco dopo la prima crisi di rigetto che mi accompagna abbandono la mano dalla parete e vado ad istinto, deodorante, dentifricio, e tutto scivola via no limtz come il Sector, tanto da beccarsi in gola un piacevole strippo che respira vivo come il Victor.
Fortunatamente anche il pomeriggio passa via, e finalmente la sera sembra più vicina, oggi il programma propone Vis-Sambenedettese di Coppa Italia e io non perdo certo l'occasione, una delle poche domeniche libere che trascorro a Pesaro, e non devo girare in qualche campo di volley per l'Italia, di staccare il biglietto per la curva Prato.
La punta di fisso si consuma in Piazzale Primo Maggio, con Carletto il principe dei mostri e dei miei abituali incontri, così durante il tragitto oltre a suonare ed inveire contro due rincoglioniti che tentano di superarsi a vicenda, viaggiando alla spasmodica velocità dei 45 km orari, riusciamo anche parlare di culi, fighe, pretattica, insultiamo i fanesi e i riminesi, e udite udite parliamo di calcio.
In un battibaleno, dopo aver guardato le novità esposte sulla bancarella degli Ultras Vis Boys, siamo dentro lo stadio.
E' però una partita insolita visto la data, di fine Agosto, più che una gara di calcio ricorda molto un fine serata strappato al bagnasciuga, lo si può notare anche dall'abbigliamento di mezza Pesaro, che sfoggia ancora costume, asciugamani, ciabatte, e tutto l'accessorio per brustolire bene al sole, io ad esempio indosso la maglietta tamarrona degli ultras, bermude, sabout, occhiali da sole, e l'immancabile sciarpa con scritto su a bei caratteri tutto l'orgoglio di essere bianco-rosso.
Carletto è stile le noir, ma anche lui sta' svaccatissimo, la partita invece più che una coppa sembra un'amichevole, poi però puntuali come il temporale di dopo ferragosto che taglia le ali allo star bene la notte in maglietta corta, il guardialinee ne combina una paio da manuale, volano monetine, fischi, insulti, numerosi fumogeni, fa chiasso anche qualche riminiscenza di mortaretto.
Il secondo tempo è tutto uno sventolio di bandiere, cori e garniti cannoni, poi mentre io prego che il tempo passi più in fretta possibile, perché la partita non è certo un bel vedere e i nostri giocatori, alle volte sembrano vacche sacre dell'India, con una gran botta da fuori aria, la palla lecca il palo poi gira a rientrare, e la Vis va 1-0.
A questo punto è festa grande, tutti attaccati alla rete a urlare la nostra gioia, il mach ora cambia volto, i tamburi sprintano, guidano le mani, e le sciarpe tornano ad agitarsi in sincronia, e in un clima di "Happy" stile Natale, finisce pure la gara, e noi si balla sugli spalti alla grande.
All'uscita chiacchierate strette, sigarette, poi io e il fido Carletto ci tagliamo come Indiana Jones un varco fra motorini, biciclette e patacchi, che come pinoli ingorgano due metri di strada ad esagerare, così la macchina, e il mio sbattere finalmente il culo sopra un sedile morbido, si allontana, e io inizio ad essere molto aspro.
Finalmente riusciamo a raggiungere il mezzo mobile, ma ovviamente prima di entrare, ci pizzichiamo con un tot di gente con la quale ci impezziamo a parlare, visto che è una zavorra di tempo che non ci si becca in giro, ma alla fine è sempre così, e come uno di quei fottuti teoremi che ti fanno dimostrare a scuola, e che nella realtà della strada è decodificato così: "quando hai fretta da bestia, stai sicuro che incontrerai amici, nemici, e ogni tipo di sfiga che ti rallenterà immancabilmente la tua già scarsa tabella di marcia" Carlo, intanto, fuma e si vede davvero, fra tabacco e rabbia, è oramai una ciminiera in pieno effetto.
Partiamo, ma non abbiamo una minima idea di dove andare a svernare, poi la fame fra una tunz tunz e l'altro, cacciato fuori di ignoranza dallo stereo, si fa sentire e tira calci pesanti nello stomaco, dunque tocca azzannare un panozzo immediatamente, ma il taffio notturno a Pesaro, sembra un'impresa di quelle di altri tempi, fortuna che la sosta drive-in davanti alla Boa sembra producente.
Scattano patatine, pizza, gelato, birra, con Duilo il padrone che fa gracchiare forte la sua voce, e noi che spegniamo cervello e cellulare, per guardare e commentare i golazzi della prima domenica di calcio televisivo, e ci confrontiamo le formazioni del fantacalcio, che come al solito per me si apre con una acre sconfitta.
Ma mentre sono li, fra conteggi approssimativi, ammetto di mentire spudoratamente perché la testa di sovente è stracolma di pensieri erotici rivolti al mio amore, che costantemente non me la vuole dare, e tutte le volte che ci provo garbatamente mi manda a cagare.

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Letture: 20066     01-09-2001
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