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Bologna By Nigth
di  Cami

La Jungle scuote le casse della mia macchina, mentre le luci di BolckBaster mi sflesciano di riflesso, taglio a sinistra, scarto un motopacco pirata, ma niente da fare, storie strane sul lungo viale, poi Diego tira fuori "sbirriiiiii!!!!"Mi giro e vedo l'apocalisse, ben quattro pattuglie stanno girando giù in una via, c'è aria di retata in giro, questa sera ho il presentimento che il commissariato sarà alquanto pieno, meglio scollarsi via alla grande, tante volte...non si sa' mai...Voglio finire la serata chattando con i miei compari sulla Seragiotto e sulla Pinese, e non certo beccarmi, un esaltato che mi deve recitare la parte dello sbirro duro e senza macchia che mi ferma per fare vedere a tutti che la pula fa accertamenti a tappeto, smontandoti la macchina da cima a fondo, e poi stiamo facendo solo un giro in macchina come fanno tutti, visto che ormai di vascare a piedi, in questa Bologna by night, non ci pensa più nessuno.
Continuiamo a parlare, soprattutto di donne, motori e di pallavolo poi, finalmente, ne avvistiamo una, è brutta; si prosegue, altre due di colore all'altezza del viale che si percorre prima di imboccare quello della stazione provenendo dal Pala Dozza, poca roba, spicca solo il boa rosso. Ma avanti c'è poca trippa per i gatti, tagliamo per il viale, e ci troviamo a sbattere il muso nei giardini Margherita, poi prendiamo per il Tribunale, e lì torna a fiorire il mercato, faccio lo slalom fra una Tipo e una Uno che sono intenti a colloquiare, poi un vecchio bavoso carica una cecoslovacca o una russa, ci accostiamo, lo osserviamo con disprezzo, lui ci insulta, noi si sgomma. La circolazione è buona, e in tutte e tre le corsie si viaggia bene come quando fai una amichevole e asfalti gli altri con un tre a zero a parziali secchi, poi Diego prende la mia penna laser, e fra commenti di schiacciate e ricezioni, mi espone le sue teorie, illuminando questo o quel soggetto, cartello, muro, o pensilina dell'autobus; ma ora un bisogno impellente, dopo due pinte, richiama le nostra sorte. Alzo la storia e faccio anch'io il folle per una manciata di secondi, straccio di schifo due rossi al pelo, mi immetto nel Meloncello, salgo su' verso il seminario tiro il freno a mano e parcheggio sul marciapiede, si svuota paraflou fresco, anche se un poco alcolico, per una buona causa, quella di irrobustire il verde in città, e si riparte, più leggeri e distesi di prima, si passa davanti a casa di Elena, e scommettiamo che sicuramente sarà al Livello o giù di lì, a lamentarsi come al solito di qualche gara persa, secondo lei sempre per colpa dell'arbitro che magari in tutta la gara al massimo non avrà visto un invasione. Un urlo cacciato a squarciagola verso la facoltà di ingegneria e poi via, mettiamo in moto l'avventura, e riaccendiamo serata e vettura; scendendo ci prendiamo a vafanculate con un bamblone su una vespa bianca, visto che vuole la precedenza quando è lui ad avere lo stop; ma del resto questi sono i primi frutti tangibili della globalizzazione, direzione? E' ovvio, il viale che porta verso via Murri, tento anche il gioco del benzinaio, ma niente da fare, nessuno carica, e nessuno si fa caricare, mentre altri mezzi pieni di giovani e non, fanno la stessa cosa che stiamo facendo noi, e infatti ci scrutiamo a vicenda con quel sorriso beffardo, a suggellare una tacita intesa; cosi', passata via Murri, ci gettiamo a destra per salire sui colli e fare il giro dell'oca dietro ai Giardini. Ma ecco, all'altezza del Tribunale c'è un carico, un mezzo giovane e' alle prese con la portiera della grigia metallizzata autovettura, poi una sirena ci fa' accostare, mentre una volante sfreccia a tutta birra, e poco ci manca che si stampi, così rientrato l'infarto prematuro, fra una bestemmia e l'altra, decidiamo che è meglio tornare a casetta, ma prima di rintanarci nelle nostre tane, un tour bolognese by night che si rispetti non è completo se non si sbocca un po' anche per il centro. Dunque, dopo una breve pausa passata a fumare, piano piano si rivà, e s'imbocca per lo stadio, mentre davanti a un bar due tizi litigano di sport, e come al solito tutti e due vogliono avere ragione, ma forse nessuno ce l'ha; davanti a noi sfrecciano biciclette, volti stranieri di universitari si spostano veloci, magari stanno tornando da qualche casa o da qualche festa, sono distesi, rilassati, puliti, mentre noi rischiamo di decollare da un cordolo artificiale, che, più di un dosso, sembra la pista di lancio di Borgo Panigale; sinistra, destra e finalmente lo Stadio Dall'Ara che, illuminato solo dai riflettori di posizione, emana ugualmente il suo fascino magico anche in penombra. Davanti all'entrata, un parcheggio selvaggio, mentre più avanti, vicino al chiosco, chiacchierate strette e sigarette; imbocchiamo Via Andrea Costa, e finalmente dopo un'altra canzone, ci infiliamo in centro, e iniziamo a fare l'idromassaggio sui ciotoli di Via bel pave', non certo ben levigati. S.Isaia è a festa e brilla di luminarie che dovrebbero portare via i cattivi pensieri, ma a me mette assai nervoso; arriviamo sparati in Piazza Malpighi, e prendiamo a sinistra, anche perché a destra due marocchi si prendono a schiaffi in faccia. Via Ugo Bassi è bella ampia, e per un tratto il fondo a terra è rifatto, ci arrestiamo al semaforo, mentre l'altro senso di marcia lo straccia la polizia che va'a mettere pace fra i due di prima; siamo indecisi se buttarci giù in via Indipendenza, ma è l'una abbondante, e di là non c'è un piffero di niente, dunque dopo un veloce sguardo al Nettuno che fa sempre scena, andiamo a fare le montagne russe in Via Rizzoli, dove il pavimento non è messo male, di più!!!. Da Via Zamboni e da via S.Vitale continua a fluire gente, e mezzi, il MecDonals alla nostra destra sta'chiudendo, mentre un barbone sistema il suo sacco a pelo fra gente di ogni razza e colore, che passa lentamente ma anche indifferente, e sui suoni di b-side da Radio Deejay, imbuchiamo Strada Maggiore, scossando la testa per ballare come il pupazzo Flat Beat, e in uno scenario surreale di misticità post moderna, dove noi abituati dalla nostra vita di pane e pallavolo, facciamo fatica a ritrovarci, decidiamo che si va' a dormire.

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Letture: 19920     01-09-2001
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