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Baia
di  Cami

Mille lire, mille lire, solo mille lire, è il tormentone di un vu cumpà che per questa estate mi è centrifugato in testa come lo spot della big fruit, che hanno sbattuto su alla tele ogni volta possibile, è già, va così, ogni estate ha i suoi tormentoni, come le classiche canzoni tunz tunz, che te le tirano dietro la schiena e remixano in ogni salsa, tanto che ti verrebbe voglia di vomitare e di spaccare lo stereo, ogni volta, praticamente sempre, sventagli in f.m.
Inoltre ogni estate porta, cambiamenti, volti, storie, la scorsa mi ricordo che è sfilata all'insegna delle notti passate in Piazzale a giocare con il diablo, giù in Baia nel prato davanti a Pavarotti fra cannoni d'erba, bonghi, e luminescenti stelle cadenti.
Quella targata 2001 si era aperta invece nella paranoia più sparata, poi fortunatamente è esplosa in agosto scoppiettante.
Me la giravo con Carletto, e andavamo lunghi per le terre, prima in Tombaccia, dove eravamo diventati fra rutti, scoregge, sputi, e bestemmie, gli idoli locali della giovane fauna, che solitamente ci insultava dalle finestre, poi fortunatamente di sovente svernavamo in via Nitti, a trovare l'Alessia e prima la Claudia, (ora la Lucia), e poi intercalavamo il tutto, da Sabino, il custode del pub Testa del Re, che nella sua vecchia gestione, aveva sverginato i nostri fegati, e ancora ci mandava a spasso per i greppi.
Ma tutto questa vita era poco movimentata, mai una volta a vascare in viale o in Baia, perché quell'altro aveva duecentomila paranoie.
Tutto questo succedeva, come al solito per sfuggire alla dura legge del Piazzale, che ultimamente riproponeva solo vecchi films parocchiali, in bianco e nero, con finali più che banali, dove chercy boys normali si confrontavano, a piccoli dispetti, con la fighetteria da gran battaglia, pronta al taglie e cuci estremo, mentre del nostro gruppo, non rimaneva che il sottoscritto, ultimo baluardo, di quello che però non c'era più, e forse non potrà tornare ad essere in tempi brevi.
Un tempo, specie quando ero pischello, e ragionavo prevalentemente con il birello anzi che con il cervello, e mi accompagnavo con i soliti noti, il Piazzale faceva parlare di sè, e c'era chi aveva davvero paura a passare in piazzetta, e mai questa cosa mi gaserà di più.
Ora dopo aver tentato diverse strade, come quella di due anni orsono con lo Star Gate, dove di bello conobbi solo la Felici, finalmente decisi che era ora di seguire le gesta di chi aveva avuto prima di me il coraggio di andarsene.
Destinazione? È ovvio la destinazione che sempre mi aveva affascinato, ma che poi alla fine avevo sempre scartato per mancanza di gente giusta, ovvero la Baia.
Tutto nacque per caso, infatti spesso con quelli di via Nitti, si andava al far sosta, e dar alcool alla bocca al black uno degli unici pub ancora aperti d'estate, e soprattutto raggiungibile agevolmente in macchina, una volta lì però una bella sorpresa, infatti al circolo Arci lì accanto, almeno una dozzina di ex piazzalini, e così in poco tempo...la Baia è diventato il famoso primo posto in cui far vascare la macchina, una volta chiuso l'uscio di casa.
E' ovvio non sarà mai come il piazzale, dove si conduceva una vita familiare come dice la Cuccarini nello spot della Scavo "voglia di comodità, voglia di casa", ma però alle volte è davvero un bene, scollarsi dal classico sò tutto di tutti, e sbarcare in un porto di mare come l'Arci della Roby, dove trovi gente a tutte le ore, e poi una volta parcheggiata la macchina, si può sventagliare o al black, o giù da Bacileri, a prendere in giro l'amico Giovanni provato dal duro lavoro e dalla pazzia della gente, senza poi dimenticare di far tappa alle panchine davanti al vecchio Kiri'shop, dove sosta sempre la compagnia della Silvia e Marco, ma la cosa veramente figa dura, è che appena voi ti puoi infilare giù in spiaggia, a suonare, o sentire suonare i bonghi, compagni di mille serate, proprio lì davanti alla villa di Pavarotti, quasi a voler dire, prima o poi dovevi passare anche di qua in compagnia, forse una premunizione, o forse no!, comunque sia, il mio piazzale vive ancora, magari attraverso la Baia, ma vive ancora.

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Letture: 20907     01-09-2001
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